Duck Duck Go, il motore di ricerca attento alla privacy

La privacy in rete e’ un argomento che, di tanto in tanto, rispunta fuori ed e’, e sempre sara’, un argomento molto controverso. Da un lato gli utenti che vogliono difendere la propria privacy, dall’altro una ingente schiera di siti e-commerce e marketeers che tentano di raccogliere quanti piu’ dati possibili per incrementare le loro entrate. In questa battaglia la fa da padrone, ovviamente, Google, che possiede la maggior parte del marketshare delle ricerche on-line e che usa i dati che raccoglie ogni minuto per incrementare le sue entrate con AdWords.

Esistono, pero’, varie alternative per proteggere la propria privacy anche, ad esempio, quando si cerca qualcosa in internet. Google, infatti, non e’ l’unico motore di ricerca esistente al momento e, per fortuna, non tutti i motori di ricerca hanno la stessa policy in termini di privacy!

DuckDuckGo.com e’ un piccolo motore di ricerca che non raccoglie dati relativi alle ricerche effettuate e permette di difendere la propria privacy mentre si effettuano ricerche in internet. Nella loro About Page spiegano come i normali motori di ricerca raccolgono dati e come loro, invece, difendono la tua privacy (almeno quella relativa alle ricerche).

Il meccanismo col quale vengono raccolte le informazione relative alle tue ricerche (e non solo) nei normali motori di ricerca e’ abbastanza normale. Ogni volta che effettuiamo una ricerca in Google (ad esempio) inseriamo una keyword, questa keyword, il tuo browser, la tua posizione geografica e molto altro viene raccolto da Google e tutti i dati vengono immagazzinati nei loro database e, in parte, inviati al proprietario del sito tramite Google Analytics. Facciamo una prova.

Ho effettuato una ricerca per il mio nome e cognome su google.it:

Clicko sul primo link e arrivo sul mio blog. Vediamo adesso in Google Analytics che dati ricevo da questa visita. Ovviamente la mia visita risulta subito in Google Analytics Real-Time:

Andando a vedere tutti i dettagli che vengono inviati al mio account di Analytics posso vedere il luogo dove questa ricerca e’  stata effettuata, il sistema operativo, il browser e il provider.

Se poi siamo loggati con il nostro account Gmail, Google riesce a collegare direttamente la persona fisica alla ricerca. Questo gli permette di immagazzinare dati accuratissimi rispetto al nostro comportamento in rete e “rivendere” queste informazioni agli advertiser che utilizzano Google AdWords per le loro campagne di retargeting. tutto questo grazie alle informazioni che Google ha raccolto durante la nostra ricerca e inviato al sito dopo il nostro click.

Con DuckDuckGo la storia e’ completamente diversa, almeno per quello che riguarda la ricerca. Effettuiamo la stessa ricerca su DuckDuckGo:

Ovviamente, arrivati sul sito, il nostro sistema di tracking di Google Analytics (installato sul sito direttamente) sara’ ancora in grado di identificare il nostro browser e il nostro sistema operativo (ci sono tool per ovviare anche a questo, come Tor, che permette una navigazione totalmente anonima), ma le informazioni relative alle keywords con le quali i visitatori arrivano sul nostro sito vengono nascoste:

Questo ti permette, quindi, di tenere le nostre ricerche anonime per quello che riguarda le keywords che abbiamo ricercato.

Ma perche’ dovremmo nascondere le nostre ricerche? Personalmente penso che la domanda da porre sia un’altra, perche’ la nostre ricerche devono essere pubbliche? I motori di ricerca utilizzano questi dati per lucrare e, di fatto, sono in grado, con i dati raccolti, di creare un profilo per ogni persona che utilizza i loro strumenti di ricerca non solo per una singola ricerca, ma, nel caso di ricerche fatte mentre si e’ collegati al proprio account Gmail di posta, sono in grado di costruire una vera e propria storia di tutte le nostre ricerche e “venderle” ai loro clienti (le aziende che usano AdWords) o ai loro partner per scopi esclusivamente legati al profitto.

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