Il costo di una telefonata…

Ci sono molte differenze tra il vivere in Italia e il vivere in Olanda, ma non voglio (e non l’ho mai fatto) fare paragoni che non possono essere fatti. Non si puo’ dire dove si vive meglio o quale paese sia “migliore”, questo tipo di ragionamenti li lascio ad altri, ma ci sono delle differenze, inutile negarlo, e a volte queste differenze sono cosi’ piccole ma cosi’ importanti che sono capaci di cambiarti la vita.

Una di queste e’ legata al mondo lavorativo qui in Olanda paragonato con quello in Italia e, piu’ nello specifico, al mondo del “recruitment”, della selezione del personale, insomma, dei colloqui di lavoro.

Premetto che non conosco nessuno che fa questo lavoro e premetto che non mi sono mai interessato a come funzioni, quindi sono assolutamente a digiuno di ogni nozione e conoscenza che potrebbe aiutarmi a capire meglio il mondo dei selezionatori, ma di una cosa sono sicuro, i recruiters italiani amano risparmiare sulle telefonate, quelli olandesi no!

A tutti e’ capitato almeno una volta nella vita di sentirsi dire, al termine di un colloquio, la famosa frase “le faremo sapere” e a tutti e’ capitato, almeno una volta, di aspettare giorni o anche settimane una chiamata per, appunto, sapere. Ebbene, fino ad oggi, per mia esperienza personale e per quello che sento/ho sentito dire da amici e conoscenti, mai, e quando dico mai intendo dire MAI, nessuno ha ricevuto una chiamata per comunicare che “purtroppo lei non e’ la persona che stiamo cercando, ci dispiace e le auguriamo in bocca al lupo per le sue prossime applications“.

Immaginate la mia sorpresa quando, arrivato qui ad Amsterdam, il giorno dopo il mio primo colloquio (non brillante sia per il mio trasloco abbastanza rocambolesco, sia per il mio Inglese abbastanza maccheronico all’epoca) il simpatico ragazzotto che mi aveva fatto il colloquio mi chiama e mi comunica che hanno scelto un’altra persona per la posizione alla quale io avevo applicato… Rimasi a bocca aperta… Eppure dovrebbe essere la cosa piu’ normale del mondo, no? Tu applichi per una posizione e dopo il colloquio se ti dicono “le faremo sapere” ti aspetti proprio che ti facciano sapere… E invece non e’ cosi’ in Italia. Il “le faremo sapere” e’ legato solo ed esclusivamente ad una risposta positiva, se sei il candidato scelto allora ti chiamano, altrimenti no. Beh, questo tipo di atteggiamento e’ orrendo, o, per essere un poco piu’ internazionali, IT SUCKS!

E questo meccanismo riguarda tutte le compagnie di recuitment, dalle agenzie come ADECCO o MANPOWER fino alle piu’ grandi e blasonate compagnie che si vantano di selezionare promettenti talenti. Beh, che voi siate un dipendente a progetto o un megamanager che lavora in una di queste compagnie ricordatevi una cosa, una telefonata per dire “mi dispiace, NO” non costa nulla, assolutamente nulla e contribuirebbe nel suo piccolo a rendere il mondo lavorativo Italiano un posto migliore!

One Comment

  1. Come dico spesso, Canzoni su misura ha l’anima napoletana ma la filosofia è svedese. 
    In questi anni decine di  cantanti/musicisti/interpreti/dj/creativi/poeti/autori/meccanici/pescivendoli, dall’inetto antimusicale al professionista, ci hanno contattato proponendoci una collaborazione (molto spesso partendo, giustamente, da “cosa si guadagna?”); non uno è rimasto senza risposta, sebbene nella quasi totalità dei casi quest’ultima è stata negativa; in qualche caso, tra l’altro, l’aspirante collaboratore è diventato cliente, quindi la cosa, oltre che giusta dal punto di vista etico, è stata anche utile. Come dire: nel mio piccolo, anche io sono Olandese.

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