Google indicizza i “Facebook Comments”

Moltissimi blog (se non tutti) utilizzano diversi plug-in per facilitare i commenti, uno dei piu’ popolari e’ Facebook Comments. Questo plug-in da un lato facilita in maniera incredibile i commenti (inutile dire che tutti hanno Facebook a che tutti, oramai, si sono abituati a lasciare commenti o a loggarsi in un sito usando le credenziali di Facebook) e aiuta a moderare lo spam, dall’altro, pero’, non porta ai blog i vantaggi dei commenti tradizionali. Google da sempre ama contenuti che si rinnovano nel tempo, pagine che vengono aggiornate spesso, e un blogpost (o un articolo) con molti commenti viene trattato da Google come un “hot topic”, un articolo al quale dare importanza ed, eventualmente, una mano con un ranking alto. Dimostrazione ne e’, ad esempio, il successo dei molti siti di Q&A (domanda e risposta) come, ad esempio, Yahoo! Answers che facilmente si trovano in cima alle SERPs per moltissime ricerche. Altro discorso, invece, per i commenti rinchiusi all’interno di un iframe come, appunto Facebook Comments, che non sono indicizzabili dai motori di ricerca, o almeno non lo erano fino a pochissimo tempo fa. Oggi, incuriosito da un Tweet, ho fatto un poco di prove e, a quanto pare, Google e’ in grado, …

Google: il Grande Fratello nasconde i suoi dati

E’ di poche ore fa l’annuncio, tramite il blog ufficiale di Google Analytics, che Google nascondera’ i dati relativi alla ricerca organica all’interno di Google Analytics. Questa modifica viene fatta, per ammissione di Google, per proteggere la privacy degli utenti, ma, in realta’, e’ una pura mossa commerciale per forzare gli utenti verso i suoi prodotti senza dare alternativa alla concorrenza. Ma cerchiamo di capirne di piu’. Sul blog Google annuncia: today the Google Search team announced that SSL Search on https://www.google.com will become the default experience for signed in users on Google.com Questo significa che per gli utenti loggati che effettuano una ricerca su Google (parliamo degli utenti loggati in Google+ o in Gmail) la faranno via SSL (Sicure Socket Layer), un protocollo che permette l’invio e la ricezione di dati in maniera criptata.

Inserire Google Webmaster Tool in Google Analytics

Nella versione 5 di Google Analytics sono presenti moltissime funzioni e report che tornano utilissimi al lavoro del webmaster/marketeer. Una di queste e’ la possibilita’ di collegare Google Webmaster Tool (GWT) a Google Analytics (GA) e avere disponibili dentro GA i dati provenienti da GWT. Vediamo prima come e’ possibile collegare i due servizi offerti da Google. Come sempre i passaggi da fare sono pochi, semplici e intuitivi. Dal menu’ di destra di Google Analytics dobbiamo clickare su Search Engine Optimization

Google Webmaster Tool lancia un nuovo layout

Google rilancia uno dei suoi servizi dedicati ai Webmaster, Google Webmaster Tool (GWT), migliorando la grafica e aggiungendo qualche strumento in piu’. La nuova schermata della home di GWT si presenta adesso cosi’: La nuova interfaccia e’ attiva per tutti gli utenti che gestiscono meno di 100 siti web ed e’ gia’ attiva per tutti, non c’e’ bisogno di registrarsi o altro. Lo scopo di questa modifica di GWT e’ stata dettata dalla volonta’ di fornire una maniera piu’ facile e veloce per gestire i propri siti e rendersi conto, subito, di eventuali problemi. GWT oltre al nuovo layout ha introdotto anche il concetto di Site Health (salute del sito), ovvero eventuali problemi riscontrati da Google (crawl errors, problemi con la sitemap etc. etc.) evidenziando questi errori/problemi gia’ nella homepage di GWT in maniera da darvi a prima vista una panoramica dei vostri siti e sul lavoro, eventualmente, da farci su.

Aggiungere Twitter nei dettagli dell’autore in WordPress

Molti blog hanno diversi autori/redattori e WordPress ha un’ottima gestione degli utenti (users) che dispone anche di diversi campi contatti. Tra questi campi, pero’, non e’ possibile inserire il proprio account di twitter. Per inserire l’account twitter di uno o piu’ autori del vostro blog basato su WordPress dobbiamo smanettare un poco col codice del file functions.php e author.php del nostro tema, nulla di complicato, quindi fattibile da, praticamente, chiunque abbia un minimo di conoscenza di html (e casomai un poco, ma proprio poco, php).

Quante righe mostra Google nelle SERPs

La maggior parte degli utenti che effettua ricerche in Google usa, di solito, 1, 2 o 3 parole, gli utenti che fanno questo tipo di ricerche sono quasi il 70% del totale. Il restante 30% effettua, invece, ricerche un poco piu’ dettagliate. Bisogna tenere in considerazione che, quando si parla di “parole” si intendono vere e proprie Keywords e non congiunzioni o articoli, queste ultime, infatti, vengono prese in considerazione ai fini della ricerca, ma non vengono considerate keywords. Io, personalmente, appartengo a quel 30% di utenti che usano piú di 3 keywords nelle mie ricerche e a volte ne uso anche piú di 5 o 6, dipende da cosa sto cercando. Oggi, proprio durante una di queste ricerche, Google mi ha mostrato qualcosa che prima non avevo notato. Prendiamo come esempio la ricerca “quante righe mostra google nelle SERPs” e facciamo un piccolo esperimento, proviamo a fare una ricerca in Google prima con 3 keywords per poi aumentarle man mano in un secondo momento in maniera da partire da una ricerca generica a una piu’ dettagliata.

Google +1 come fattore di posizionamento

Questi ultimi mesi sono stati ricchi di cambiamenti per Google e tutto quello che riguarda il mondo del Search: sono passati un paio di mesi dal lancio del bottone +1 di Google, un po’ di piú dal lancio di Google Plus, a Febbraio c’é stato il lancio di Google Panda in USA e da poco in tutto il resto del mondo, compresa l’Italia, insomma, grandi cambiamenti, e da un paio di giorni, in maniera piu’ o meno ufficiale, si e’ saputo che Google prendera’ in considerazione, tra gli innumerevoli fattori di ranking, anche i +1 di un sito. Google Panda Update Facciamo, peró, un salto in dietro per capire il processo che ha portato a questa decisione. Ad inizio Febbraio Google lancia Panda in USA, con questo cambio nell’algoritmo Google vuole spingere in alto nelle SERPs i siti definiti “quality websites”, siti di qualita’, e spingere in basso i siti che non hanno contenuti unici (siti creati solo per inserire Adsense, o siti creati solo per programmi di affiliazione). Il goal e’ quello di avere in cima i siti originali e far sparire dalle prime pagine i siti che non forniscono contenuti unici ed originali agli utenti. L’arrivo di Panda …

Perche’ la Meta-Description e’ ancora importante

Un po’ di anni fa, quando i fattori di ranking in Google erano pochi e semplici, una delle cose piu’ importanti per un sito web era la Meta-Description. Possiamo dire che, al principio, SEO significava buone Meta-Description (a volte al limite dello spam) e una valanga di link (senza limiti, decisamente spam!). Col passare degli anni le cose sono cambiate e adesso l’algoritmo di Google si basa, per le sue decisioni, su centinaia di fattori, dal link-profile all’originalita’ dei contenuti, dalla presenza nei social media all’interazione degli utenti con il tuo sito (CTR, Time-on-site, Bounce-rate etc. etc.), e l’importanza di alcuni di questi fattori, come ad esempio le Meta-Description, sono passate in secondo piano. Senza considerare il Ranking, pero’, ci sono cose che sono da ritenere, in ogni caso, importanti e una di queste e’, appunto, la Meta-Description delle pagine del vostro sito. La prima ragione e’ la piu’ scontata: la Meta-Description rappresenta, nella maggior parte dei casi, la descrizione che Google mostra nei risultati delle SERP appena sotto l’URL del sito. E’ ovvio, quindi, che quanto piu’ descrittiva ed accurata e’ questa descrizione, piu’ probabilita’ ci sono che l’utente clicki sul tuo sito (ammesso che sia quello che cerca…)

Come Google migliora il suo Algoritmo

Google ha pubblicato ieri un video di 4 minuti in cui spiegano come hanno migliorato e intendono migliorare il loro algoritmo, la qualita’ dei risultati che offrono agli utenti e di come stanno lavorando (molto negli ultimi tempi) sulla user interface. Nel video viene spiegato, in maniera molto sommaria, come funzionano i process all’interno dei vari team, come una idea viene discussa e come i diversi team ci lavorano su’. Ovviamente il video non mostra nulla di particolarmente nuovo, ma da’ una vaga idea di come funzionano le cose a Mountain view.

Collegare Google Analytics e Webmaster tool al vostro WordPress blog

Come creare un blog con WordPress e’ abbastanza facile e intuitivo, non servono particolari conoscenze, serve solo essere un minimo coscienti di cosa sia un blog e una conoscenza base di HTML. Inoltre, se proprio vi serve aiuto, potete consultare questo link dove troverete tutte le info necessarie. Una volta installato WordPress se volete essere in grado di monitorare il traffico sul vostro sito dovrete usare, per forza di cose, Google Analytics e Google Webmaster Tool. Per poter utilizzare questi due tool avete bisogno di un account Google (Gmail). Dando per scontato che avete un account Google e che conoscete, anche solo un minimo, Google Analytics e Webmaster Tool, vediamo come possiamo collegare questi due tool al nostro WordPress blog. Ci sono due possibili strade da intraprendere: