Google +1 come fattore di posizionamento

Questi ultimi mesi sono stati ricchi di cambiamenti per Google e tutto quello che riguarda il mondo del Search: sono passati un paio di mesi dal lancio del bottone +1 di Google, un po’ di piú dal lancio di Google Plus, a Febbraio c’é stato il lancio di Google Panda in USA e da poco in tutto il resto del mondo, compresa l’Italia, insomma, grandi cambiamenti, e da un paio di giorni, in maniera piu’ o meno ufficiale, si e’ saputo che Google prendera’ in considerazione, tra gli innumerevoli fattori di ranking, anche i +1 di un sito.

Google Panda Update

Facciamo, peró, un salto in dietro per capire il processo che ha portato a questa decisione. Ad inizio Febbraio Google lancia Panda in USA, con questo cambio nell’algoritmo Google vuole spingere in alto nelle SERPs i siti definiti “quality websites”, siti di qualita’, e spingere in basso i siti che non hanno contenuti unici (siti creati solo per inserire Adsense, o siti creati solo per programmi di affiliazione). Il goal e’ quello di avere in cima i siti originali e far sparire dalle prime pagine i siti che non forniscono contenuti unici ed originali agli utenti. L’arrivo di Panda e’ stato un vero e proprio terremoto che ha influenzato piu’ del 12% dei risultati delle ricerche fatte in Google.

Da allora, con scadenza quasi mensile, Google lancia un update di Panda per rivalutare, eventualmente, i siti penalizzati e per migliorare la sua comprensione di un sito di “bassa qualitá” da uno di “alta qualitá”.

Google +1

Dopo Panda la piu’ grande novitá introdotta da Google e’ stata l’apparizione nelle SERP del bottone +1 nel momento in cui si effettuano ricerche nel web mentre si e’ loggati nel proprio Google account. Fin dall’inizio Google ha affermato che il +1 non influenza in maniera assoluta il ranking di un sito ma solo in maniera relativa. In poche parole Google ha lavorato su delle SERPs che siano personali per ogniuno di noi, mostrandoci di volta in volta i siti che noi, o i nostri amici (followers su twitter o appartenenti alle nostre cerchie in Google+) ritengono piu’ rilevanti.

Cercando, ad esempio, “Amsterdam” in google.com nella prima pagina mi compare anche www.easytobook.com. questo succede solo ed esclusivamente perche’ io ho condiviso easytobook.com su twitter e ho premuto il +1.

Un buon passo avanti nel web2.0 per Google, non ci sono dubbi, offrire siti condivisi dai nostri amici aiuta, di sicuro, la scelta tra la miriade di opzioni che ci ritroviamo davanti ogni volta che cerchiamo qualcosa in rete.

Google contro i Blog Scrapers

Google, pero’, non si e’ fermato qui. Per migliorare l’effetto Panda pochi giorni fa’ (fine Agosto) Matt Cutts (per chi non lo sapesse, head of Google’s Webspam team) ha lanciato un tweet chiedendo l’aiuto degli utenti nello scremare ancora di piu’ i siti di qualita’, specialmente i Blog.

Google ha creato un modulo (disponibile all’indirizzo segnalato nel tweet http://goo.gl/S2hIh) dove si puo’ segnalare un blog scraper in maniera da penalizzarlo. Ma perche’ Google ha chiesto aiuto agli utenti per i blog? Beh, mentre, infatti, con Panda, Google e’ riuscito a fare un buon lavoro con i siti web “normali”, la blogsfera e’ un poco piu’ complicata da analizzare e per capire il perche’ di questa richiesta occorre parlare un attimo del fenomeno del Blog Scraping.

Il blog scraping e’ una tecnica utilizzata da blog che utilizzano contenuti creati da altri per creare i propri. Utilizzando diversi software si puo’, infatti, raccogliere notizie da migliaia di blog per determinati argomenti utilizzato i feed RSS per poi creare un post che contega il testo raccolto da diversi blog. Questo sistema permette di creare in automatico una quantita’ impressionante di blogpost senza il minimo sforzo.

Puo’ capitare, a volte, che il blog dove il post originale e’ stato pubblicato venga mostrato da Google dopo il blog dove il contenuto e’ stato copiato (possono esserci diverse ragioni per il quale questo avviene, autorithy agli occhi di Google, quando l’articolo viene indicizzato da Google etc. etc.) e non c’é, o non sembra esserci, al momento nessuna maniera “automatica” per Google per riconoscere questo problema. Proprio per questo Matt Cutts ha chiesto l’aiuto degli utenti.

Google +1 come fattore di posizionamento

Dopo Panda, dopo il +1 e dopo la richiesta di aiuto contro i blog scapers, l’ultimo passo in avanti verso delle SERPs piu’ “pulite” ed originali e’ stato fatto da Google pochi giorni fa con una mail inviata al sito Wired. Panda ha scremato la maggior parte dei siti non originali, con il form contro i blog scrapers Google premiera’ i blog originali, ora si tratta di premiare (se cosi’ vogliamo dire) i siti che piu’ piacciono agli utenti. Come spiegato in questo articolo, Google ha risposto ad un mail dando alcune indicazioni su quale sara’ il futuro dei +1 che gli utenti danno ai siti:

“Google will study the clicks on +1 buttons as a signal that influences the ranking and appearance of websites in search results. The purpose of any ranking signal is to improve overall search quality. For +1’s and other social ranking signals, as with any new ranking signal, we’ll be starting carefully and learning how those signals are related to quality.”

Parliamo sempre e solo di uno dei tantissimi fattori che influenzano l’algoritmo di Google, quindi non mi aspetto grandi cambiamenti, ma di sicuro questo spiengera’ molti marketeers a lavorare piu’ approfonditamente sia su Google+ che sull’implementazione del bottone +1 sui siti web.

Mentre, pero’, da un lato questo aumenterebbe l’influenza dei Social Media nelle SERPs (spingendo anche piu’ utenti ad usare attivamente Google+), dall’altro lato potrebbe, eventualmente, spianare la strada agli spammers dei +1 come e’ successo, in passato, agli spammers dei Likes su Facebook con creazione di account finti creati solo con l’intento di spammare a destra e manca links.

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